lunedì 14 dicembre 2009

Ho Cercato.


di stilare una classifica delle cose che so fare.
Ne è uscito che son cose banali, comuni ai più, spesso scontate.
So di essere un genio nel qualunquismo smoderato, talvolta imbrocco qualche verità inarrivabile, e poi incespico nella stessa.
Ho scoperto di non essere in grado di ascoltare le persone, e so di per certo che ciò è dovuto alla mia boria inadeguata.
Una peculiarità me la concedo: come mi compiango io nessuno, ma proprio nessuno. So farlo alla maniera del "sòllappiùfforte però ci ho anche io gli attimi di debolezza", e questo non fa che rendermi una persona ancora più triste.
Nello scrivere ciò sto esemplificando la caratteristica di cui sopra, auto compatendomi come tanto amo fare.

Incontro da giorni odori che conosco ma non so più contestualizzare, associare alla persona/luogo di appartenenza. Fastidio estremo.

“Fidati, se ne accorgono tutti che lo sei.”, io no. [clangore di uomini che svengono al sol passaggio].

Ho sempre puntato decisamente troppo in alto, e, specialmente, l'ho sempre fatto con la presunzione di poter percorrere la via più facile per arrivarci.
Le scelte che “sono stata in grado” di compiere sono puntualmente le più semplici che possa attuare, almeno questo è ciò che credo nel momento. Le lacrime arrivano sempre dopo. Mi rincuoro pensando che tutto passa.

Ho diciannove anni da una vita e mezzo, mi chiedo quando cesseranno.
Ché poi son solo frammenti d'orgoglio che volano via.
Datemi fuoco, ché ormai è chiaro che con le acque chete non so creare contatti.