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Ci sono persone che necessitano di stanze. Distanze.
Invadono il tuo appartamento senza invito, si accasciano sul divano sorseggiando the alla menta con fette di limone imbevute. Giocano alle alliterazioni. Distorcono e distruggono un po' tutto. Eppure lo fanno bene, con eleganza e un tatto particolare. Allora le lasci lì, alla fine non sono ospiti indesiderati come credevi. Addirittura vorresti restassero lì per sempre, solo per goderti quelle parole e quei sogni e quei lavori e quei progetti e quelle metafore e quelle sfumature, per consolarsi un po'. Compenetrandosi.
Tu nel frattempo cucini panna e peperoni sorseggiando Barbera mentre l'acqua bolle. Al tuo fianco c'è la montagna che è andata da Maometto, allora tu, apprezzando lo sforzo, la esplori e la scali un po'. Ti rendi conto che da lassù il panorama è davvero differente.
Diverso non vuol dire nè meglio nè peggio, vuol dire diverso.
Stai bene in cima, tra le fronde insidiose ma morbide.
E godi nel poter comunque credere che sul tuo divano c'è l'Amico attendente, il nuovo Amico che un po' ami e un po' odi. Ma di cui necessiti.
La montagna è così calda e confortante, ti senti al sicuro a quell'altezza. Pensi sia quella giusta per te. E ancora non vuoi scendere.
Realizzi allora che nella vita tutto si può, basta imparare a digradare in compromessi, soppesare, razionalizzare e collocare. Ad ognuno la sua stanza.
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