mercoledì 11 febbraio 2009

Spalle larghe.




Ci sono persone che necessitano di stanze. Distanze.
Invadono il tuo appartamento senza invito, si accasciano sul divano sorseggiando the alla menta con fette di limone imbevute. Giocano alle alliterazioni. Distorcono e distruggono un po' tutto. Eppure lo fanno bene, con eleganza e un tatto particolare. Allora le lasci lì, alla fine non sono ospiti indesiderati come credevi. Addirittura vorresti restassero lì per sempre, solo per goderti quelle parole e quei sogni e quei lavori e quei progetti e quelle metafore e quelle sfumature, per consolarsi un po'. Compenetrandosi.
Tu nel frattempo cucini panna e peperoni sorseggiando Barbera mentre l'acqua bolle. Al tuo fianco c'è la montagna che è andata da Maometto, allora tu, apprezzando lo sforzo, la esplori e la scali un po'. Ti rendi conto che da lassù il panorama è davvero differente.
Diverso non vuol dire nè meglio nè peggio, vuol dire diverso.
Stai bene in cima, tra le fronde insidiose ma morbide.
E godi nel poter comunque credere che sul tuo divano c'è l'Amico attendente, il nuovo Amico che un po' ami e un po' odi. Ma di cui necessiti.
La montagna è così calda e confortante, ti senti al sicuro a quell'altezza. Pensi sia quella giusta per te. E ancora non vuoi scendere.
Realizzi allora che nella vita tutto si può, basta imparare a digradare in compromessi, soppesare, razionalizzare e collocare. Ad ognuno la sua stanza.


Nessun commento: