mercoledì 4 febbraio 2009

Dualism.

E ci si compiace della melanconia. E poi la si affronta, e poi ci si rassegna. Per tornare a compiacersene.

Ci si adagia nel sedile posteriore di una Renault o una Fiat, non ricordo, si ordina una destinazione, al sopraggiungere del conto ci si accorge di essere in una trattoria a luci soffuse, la parcella impone sterline per il pedaggio.
E allora non si sa più dove si è. Forse non si è mai partiti. Forse non si è mai saliti su nessuna auto. Forse non si può salire su un'auto. Forse non si è. Forse non si ha.


Non si costruisce nulla su mattoni esenti di carezze contenitive.




Una mano avvolge un viso, lo protegge dall'ignoto impedendone la vista, rassicura.
Un naso esplora labbra, lasciando tutto al caso e l'ebbrezza.



Chiunque penserebbe che non c'è paragone, la risposta è insita nella domanda, relativa.
Non chiamatemi chiunque.




See ya. ia.




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